L’analisi ambientale: La ‘Carta dei Siti’

Negli anni ’70 il dipartimento del CNEN DISP (DIrezione Sicurezza nucleare e Protezione sanitaria) poi trasformato in Agenzia Governativa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), svolgeva attività di controllo in materia di sicurezza nucleare e protezione sanitaria dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente. L’attività era mirata a garantire la sicurezza nell’uso pacifico dell’energia nucleare.
Trai suoi compiti:

  • analisi e verifica dei progetti;
  • vigilanza sulla costruzione ed esercizio degli impianti nucleari; controllo di radioprotezione e radioattività ambientale;
  • controllo sull’utilizzazione dei radioisotopi e delle macchine radiogene;
  • controllo sui trasporti di materie radioattive nonché quello sulle materie fissili.

In quel Dipartimento, nella seconda metà degli anni ‘70, il CNEN fu chiamato a rispondere alle richieste governative relative al neonato Piano nucleare italiano che prevedeva la costruzione di venti impianti nucleari per la produzione di energia elettrica.
Nel 1977 decisi di trasferirmi nel gruppo di lavoro di Roberto Caracciolo – giovane fisico di recente acquisito nell’Ente – e del mio caro amico-fratello Raffaele Fiorenza. Loro due avevano già iniziato a lavorare su questo progetto.

La ‘Carta dei Siti’

Ho, pertanto, iniziato la mia partecipazione alla progettazione e successiva applicazione di una metodologia computerizzata per l’analisi di parametri ambientali che ha condotto il CNEN alla realizzazione della “Carta dei Siti” usata per la scelta dei luoghi adatti all’insediamento di centrali nucleari di potenza.
Si doveva procedere rapidamente a una selezione di aree “suscettibili dell’insediamento di centrali elettronucleari” fatta su una scala estesa a tutto il territorio nazionale. Ciò ha imposto la definizione e lo sviluppo di una metodologia basata sull’elaborazione elettronica, vista l’enorme mole di informazioni in gioco. Il lavoro non doveva mirare alla definizione puntuale dei siti qualificati ai fini della installazione di centrali elettronucleari, ma avrebbe condotto alla indicazione di aree con favorevoli caratteristiche insediative sulle quali si sarebbero ottimizzate le scelte puntuali al momento della qualificazione del sito usando ulteriori approfondite indagini su parametri rilevanti per la sicurezza dell’impianto e per definire il suo impatto ambientale (caratteristiche geomorfologiche di dettaglio, caratteristiche geotecniche, tettonica fine, climatologia locale, idrologia superficiale e sotterranea in relazione alle utilizzazioni delle acque, ecc.).
La prima cosa da fare era la ‘modellizzazione’ del territorio.

Matrice territoriale

Si decise di suddividere l’insieme infinito di punti che caratterizzano il territorio in un insieme finito di aree. Per risparmiare i tempi delle elaborazioni elettroniche e per restare in linea con la cartografia ufficiale italiana dell’IGM (Istituto Geografico Militare) in scala 1:25000, si scelse una ‘maglia’ del modello pari a un quadrato di 1 Km di lato: 1200 maglie in latitudine e 1000 in longitudine di cui circa un terzo (400000) avrebbero contenuto i parametri territoriali.
Una volta definito il reticolo, si trattava di inserire in ogni maglia i parametri che dovevano essere correlati con la ‘chiave di archiviazione’ (x,y) con cui era definita quella porzione di territorio.
Le variabili prese in considerazione nell’esplorazione del territorio furono:

  • demografia
  • geologia
  • idrologia
  • sismica
  • agibilità tecnica
  • eventi limite
  • ecologia

Ogni variabile fu rappresentata con un parametro che conteneva il suo ‘andamento’. Ad ogni maglia fu associato un vettore le cui componenti rappresentavano i valori di tutti i parametri correlati alla maglia stessa.

Esempio sul parametro altimetrico

La Banca Dati della metodologia

Il lavoro di costruzione della metodologia è stato poi sviluppato nelle seguenti diverse fasi:

  • raccolta e archiviazione dei dati territoriali;
  • elaborazione dei dati secondo i criteri stabiliti e organizzazione della banca dei dati elaborati;
  • validazione dei codici;
  • rappresentazione del territorio mediante carte tematiche relative alle variabili studiate;
  • analisi incrociate delle varie carte tematiche.

Il risultato di questa modellazione fu la creazione di una struttura di dati a n dimensioni con 2 dimensioni occupate dalla chiave di archiviazione  x,y e con n-2 dimensioni occupate dai parametri.

Schema a blocchi

Interrogando il Data Base risultante, si potevano leggere tutti i parametri correlati alla maglia x,y ma anche l’elenco di tutte le maglie caratterizzate dalla presenza del valore di un dato parametro: per esempio, tutte le maglie con un numero di abitanti ‘superiore a’ oppure chiedere elenco dei valori idrologici di tutte le maglie con un numero di abitanti ‘inferiore a’… Ebbene sì, si trattava di un vero e proprio Data Base Relazionale ante litteram.
Le informazioni necessarie per riempire di contenuti il Data Base furono, in gran parte, fornite dall’Enel e, in parte, da altre Istituzioni nazionali o rilevate direttamente dal CNEN.

La validazione dei codici di calcolo

Con i dati disponibili si passò a una fase di ‘validazione’ dei codici sviluppata con l’ausilio del potente ‘Main frame’ del Centro di Calcolo del Cnen di Bologna.

Terminale videografico Tektronix

Veniva usato un terminale grafico della Tektronix collegato con il Centro di Calcolo di Bologna mediante un ‘modem’ alla velocità di 1200 bit per secondo.

Schema a blocchi procedura TSO Inte

È stato elaborato un metodo di visualizzazione videografico, supportato dal sistema T.S.O. (Time Sharing Option) che consentiva di rappresentare su di uno schermo zone di territorio prescelte e di analizzarle interattivamente (in tempo reale) sotto il profilo di uno o più parametri.


Ubicazione degli aeroporti della Regione Lazio

Le ‘Carte tematiche’

Il lungo lavoro di validazione si concluse anche con la definizione dei valori di taglio per lo scarto della porzione di territorio caratterizzata da uno o più parametri con valori sfavorevoli. La fase successiva riguardò la produzione di ‘Carte tematiche’ (con rappresentazione si/no) che determinarono le zone suscettibili di insediamento di centrali elettronucleari sotto il profilo del particolare tema considerato.

Tavola I

Nella prima carta tematica (Tavola I) sono riportate alcune caratteristiche cartografiche quali i contorni dei laghi e i confini, che del resto sono presenti in tutte le successive, e anche i risultati delle analisi effettuate sulle variabili: demografia, sismica, vulcanismo, tettonica.
In particolare, per la demografia sono rappresentati, in verde, i punti del reticolo territoriale caratterizzati · da:

  • indice di popolazione pesata in corone circolari superiore a 20.000;
  • indice di popolazione pesata (in settori di 22.5° fino ad una distanza di 50 km) superiore a 6.500;
  • popolazione residente entro 1 km superiore a 200 abitanti.

Per i parametri simici sono rappresentate, in rosso, le maglie all’interno di:

  • isosisme storiche del X grado della scala M.C.S.;
  • zone sismotettoniche;
  • zone caratterizzate da vulcanismo recente (Pleistocene superiore).

Tavola III e Tavola IV

Le due successive carte tematiche (Tav. III e Tav. IV) mettono in evidenza quelle zone di territorio che più si prestano ad accogliere impianti nucleari sotto l’aspetto dell’agibilità tecnica.
In particolare, nella prima di queste carte sono messi in evidenza tutti i punti del reticolato territoriale che presentano· almeno una delle due caratteristiche seguenti:

  • distano non più di 10 km da corsi d’acqua con portata minima rilevata su 355 giorni/anno di almeno 12 m3/sec., in base ai dati degli Annali Idrologici del Ministero dei Lavori Pubblici;
  • appartengono alla fascia costiera (3 km) e la loro altitudine sul livello del mare non supera i 25 m.

Nella carta tematica di Tav. IV è stata riportata l’analisi clinometrica effettuata sul territorio con la rappresentazione di tutte le maglie del reticolo caratterizzate da una pendenza superiore al 10%.
I vettori delle maglie del Data Base furono incrementati dai valori (si/no) di queste elaborazioni.

Tavola V

Ora non restava altro da fare se non ‘sovrapporre’ i parametri delle aree tematiche e avere il risultato finale di tutte le maglie che non contenevano alcun parametro sfavorevole emergente dall’intersezione delle varie carte tematiche e anche non venivano escluse a priori a causa di una loro caratterizzazione relativa a intenso uso residenziale o turistico del territorio, da vincoli naturalistici o archeologici, oppure fortemente interessate da vincoli militari.
Il lavoro svolto confermò le scelte fatte fino a quel momento e generò una serie di procedimenti interlocutori con i comuni e le regioni fino a quando, nel 1987, ci fu la ‘moratoria’ nazionale sul nucleare a seguito del referendum – indetto da ambientalisti e socialisti e appoggiato dalla stragrande maggioranza dei partiti – che abrogò le norme sulla realizzazione e gestione delle centrali elettronucleari.

Una curiosità: il Mostro senza testa

Vista l’esperienza acquisita dal nostro gruppo e visti i dati in nostro possesso, il Presidente dell’Enea ci affidò un ulteriore lavoro di indagine: individuare le aree costiere che sarebbero state sommerse nel caso di un innalzamento di mezzo metro del livello del mare. La previsione scientifica formulava che, entro alcuni decenni, l’innalzamento della temperatura del globo, a causa dell’effetto serra, avrebbe sciolto una parte dei ghiacciai!
Già allora era previsto il futuro che stiamo vivendo oggi!
Perché, a distanza di 45 anni nulla, o quasi, è stato fatto per evitare questo disastro? Perché i governi planetari non sono stati capaci di forzare uno sviluppo equo e sostenibile?
Eppure l’attuale sviluppo dell’umanità è il frutto dei sogni dai quali l’uomo ha raccolto l’eredità di chi lo ha preceduto. Dovremmo, invece, pensare che la cultura giochi un ruolo fondamentale nelle nostre azioni, guidate dalle emozioni sempre presenti all’interno del dominio relazionale in cui ci comportiamo. Attraverso esse nascono in noi i desideri legati alla sopravvivenza, alla ricchezza, alla fama ed emergono le azioni tendenti a risolvere quei desideri. La cultura che ci circonda è un impasto omogeneo della memoria antica dell’umanità e gli avanzamenti culturali non sono il frutto di singole persone ma appartengono alle intelligenze associate di molti individui i quali hanno contribuito, inoltre, anche a sostenere collettivamente gli enormi sforzi economici attraverso i cospicui investimenti dei governi nelle strutture che formano la base tecnologica sulla quale si sviluppa la produzione industriale.
Il trasporto, la comunicazione, l’educazione, eccetera sono stati pagati da tutti noi, utilizzando le nostre tasse. Perché invece di ottenere benefici attesi dall’uso di queste strutture siamo costretti a pagare le aziende private che le gestiscono e non lo Stato che le ha costruite?
Perché i maggiori benefici sono sempre appannaggio di pochi ‘potenti’? Perché non abbiamo imboccato una strada per eliminare lo sfruttamento della cosa pubblica? Perché continuano a crescere le disuguaglianze? Perché non si affronta questa enorme questione morale? Perché sentiamo di vivere in un equilibrio precario? Perché non sono regolamentate le emissioni inquinanti? Perché ci troviamo sull’orlo di un baratro ambientale e sociale?
Una delle possibili cause di questo disastro è l’ingordigia del massimo profitto a prescindere dalla salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente.
Se il problema ambientale non deriva dall’industrializzazione, ma dalle modalità di produzione che sono sempre più mirate al ‘massimo profitto’ e se il problema sociale non deriva dal mercato globale, ma dalla ‘globalizzazione del mercato’ che genera ulteriori e più accentuate differenze, esasperando quelle già esistenti e minando alla base la coesione sociale, perché non siamo stati in grado di sviluppare su scala mondiale accordi mirati alla salvaguardia dell’ambiente e neanche alla salvaguardia sociale?
La motivazione va cercata nel fatto che la politica non rappresenta più il potere, non decide più autonomamente! Coloro (pochi) che detengono nelle loro mani gli strumenti produttivi e finanziari hanno anche il controllo della politica: è la globalizzazione che governa politicamente il mondo!
I governi planetari, anche quando cercano di fare azioni mirate all’interesse della collettività, non hanno più la capacità di intervenire su questo fenomeno che è molto più pervasivo.
La globalizzazione neoliberista è un mostro senza testa  che ha ‘spersonalizzato’ la politica, la finanza e il mondo produttivo. Lo abbiamo liberato… e lui ‘ci sta divorando’.
Non avendo sentimenti, questo mostro non avverte alcun tipo di responsabilità né di tipo sociale e neanche nei confronti dell’ambiente, ma agisce spinto dall’eccessiva ingordigia del massimo profitto alimentandosi con il caos che lo circonda.
Che cosa ci riserva il futuro, viste le trasformazioni sociali e ambientali in atto?
La Terra assisterà alla sesta estinzione di massa di una parte della vita biologica?
Forse sì, se non si interverrà velocemente e globalmente a rivedere la finanza e la produzione in un’ottica di sostenibilità.

Dalla scheda “Descrizione attività” dell’ENEA

SETTOREIngegneria elettronica e dell’informazione. Acquisizione, gestione ed elaborazione dati e immagini. Acquisizione ed elaborazione di immagini. Elaborazione delle immagini da satellite. Banche dati. Scienze della terra. Analisi, valutazioni e caratterizzazione ambientale. Metodologie di analisi del territorio.

  • Nel quadro delle funzioni istituzionali della DISP (Legge 393 del 1975) in materia di localizzazione e controllo dell’impatto ambientale degli impianti nucleari (carta dei siti, sorveglianza ambientale, piani di emergenza), ha svolto attività di modellazione e analisi del territorio su scala nazionale e locale, partecipando, inoltre, allo studio concettuale, alla progettazione e successiva applicazione di una metodologia per l’analisi di parametri ambientali usata per la scelta dei luoghi adatti all’insediamento di centrali nucleari di potenza.
  • Nell’ambito della realizzazione della ‘Carta dei Siti’ ha partecipato allo studio, progetto e realizzazione di un nuovo e originale sistema per l’acquisizione di dati territoriali provenienti dalle immagini da satellite.
  • Nell’ambito della realizzazione della ‘Carta dei Siti’ ha partecipato allo studio, progetto e realizzazione di un nuovo e originale sistema per la gestione di basi di dati territoriali nello sviluppo del codice di un Data Base Relazionale.